Botteghe color cannella

Difficile lettura, quasi indescrivibile, ma affascinante per la sua prosa poetica e onirica.

L’ autore è Bruno Schulz, polacco, vissuto in un ghetto ebraico tra una madre autoritaria, una governante da lui definita tirannica e un padre bizzarro, titolare di un negozio di stoffe.  Nel novembre del 1942 fu ucciso da un funzionario della Gestapo.

Schulz racconta della sua infanzia e del padre Jakub, un personaggio quasi fatato che vive nel suo oscuro negozio, in una città in cui le vie scompaiono e ricompaiono nella nebbia e in cui Jakub stesso comparirà e scomparirà, si trasformerà in animali diversi, in un seguirsi di immagini oniriche per non dire a volte assurde. Questo libro è un insieme di visioni che possono confondere, spaventare ma anche incantare, affascinare. Una vera fuga dalla realtà. Un racconto che è soprattutto un viaggio poetico, a tratti fiabesco, a tratti drammatico, altre volte ancora grottesco. Si potrebbe definire un susseguirsi di quadri astratti, sicuramente un bellissimo esempio di scrittura e di narrazione

Vi lascio un breve passaggio:

A quell’ora tarda restano talvolta ancora aperte alcune di quelle botteghe singolari e tanto attraenti di cui ci si dimentica nei giorni comuni. Io le chiamerei botteghe di cannella, dal colore delle brune boiseries che le rivestono. Quei negozi così nobili, ancora aperti a notte inoltrata, erano sempre stati oggetti di fervidi sogni.”

L’avete letto, pensate di leggerlo adesso?

Lascia un commento