Oggi parliamo del genere thriller.
Lo scopo del thriller è suscitare forti emozioni nei lettori, “thrill” in fondo vuol dire brivido, creando una forte suspense. Al contrario del giallo non è l’indagine il centro di tutto, il crimine di norma è già avvenuto e il protagonista che risolve il mistero non è necessariamente un investigatore. Spesso i colpevoli sono legati alla vittima in qualche modo, sovente il movente è la vendetta.
Ma cos’è la suspense?
È quell’ingrediente magico che terrà il lettore letteralmente incollato alle pagine. Insomma, proprio magico no, lo scrittore deve impegnarsi a fondo per questo, inventando continui ribaltamenti di trama e colpi di scena imprevedibili, ma sempre verosimili. Se ti stai cimentando nella scrittura di un thriller non esagerare e ricorda che l’ansia si costruisce man mano.
E come dev’essere un buon colpo di scena?
Di certo inaspettato, ma anche chiaro, giustificabile. Deve far svoltare la trama. Deve essere efficace e non solo spettacolare, deve saper creare emozione.
Il finale? Un colpo di scena risolutivo sarebbe fantastico.
Il thriller ha una serie di sottogeneri: erotico, horror, fantascientifico, legale, medico, politico, psicologico, storico, di spionaggio e tecnologico. Naturalmente un romanzo può essere definito di un genere o dell’altro a seconda di cosa prevale di più nella trama, quindi un libro sarà di pura fantascienza se un eventuale mistero da risolvere occupa uno spazio limitato e non è fondamentale per la storia o sarà un thriller fantascientifico se invece ha un suo peso, e così via.
E tu leggi o scrivi thriller, di quale sottogenere? Io confesso di amare molto quelli psicologici.