Ninfee nere di Michel Bussi

Questo è un romanzo che mi ha piacevolmente colpito, a partire dall’incipit:

Tre donne vivevano in un paesino.
La prima era cattiva, la seconda bugiarda e la terza egoista.

Chi sono queste donne?

La prima, Fanette, ha undici anni, la seconda è Stéphanie, attraente maestra di trentasei anni, e la terza è un’ottantenne che spia dalla sua torre gli abitanti del villaggio. L’ambientazione è bellissima: Giverny, in Normandia, dove Claude Monet ha dipinto innumerevoli tele aventi come soggetto le ninfee.

Raccontato in parte in prima persona dalla donna ottantenne e in parte in terza persona, per mostrarci le vicende dell’ispettore, dalla maestra del paese e dalla bambina. I personaggi sono accattivanti, le verità che man mano scopriamo sono ben dosate fino ad arrivare a un finale geniale.

Nel romanzo. a fianco dell’indagine poliziesca, si sviluppa una relazione amorosa e il tutto è reso suggestivo dall’universo artistico di Monet in cui la storia è immersa. L’autore è stato abile nello sfumare presente e passato, intrecciandoli e confondendoli tra loro, fino a farli incontrare. I colpi di scena sono ben diluiti. La sorpresa finale rimette tutto al posto giusto.

Non è facile scrivere una storia dai meccanismi temporali così perfetti, tanto che arrivati all’ultima pagina viene voglia di rileggerlo per cercare tutti quei dettagli trascurati a una prima lettura e che alla fine acquistano un altro significato. Sì, perché il finale è imprevedibile ed è questo che ricorderete di Ninfee nere.

L’avete letto, che ne pensate?

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