Recensione Open di Andre Agassi

Quando il ghostwriter viene rivelato

“Open” di Andre Agassi è un caso editoriale internazionale e solo in Italia ha venduto più di 200.000 copie. Sembra sia stato proprio Agassi a cercare come ghost Moehringe, giornalista-scrittore con un premio Pulitzer per il giornalismo, e mai scelta è stata più indovinata. Moehringe è riuscito a scrivere una storia avvincente anche per chi non segue il tennis, o per chi non amava particolarmente Agassi, con una scrittura fluida e accattivante che rivela l’animo del protagonista e non ne perde mai il punto di vista.

Agassi è stato intervistato da Moehringe per mesi, ha raccontato la sua vita seguendo per lo più il filo emotivo dei ricordi e solo dopo è stata fatta una ricerca meticolosa di ogni data, episodio, incontro. Al di là del racconto delle vittorie, è il lato umano che viene evidenziato e che coinvolge e commuove il lettore. Già la frase ”Io odio il tennis, lo odio con tutto il cuore, eppure continuo a giocare.” è spiazzante e ti colpisce come un diretto.

Il tennis mi piace, non ero una fan di Agassi però lo apprezzavo come campione, ammetto però che non avrei comprato il libro se non avessi cominciato a leggere la miriade di recensioni positive. Il fatto poi che abbia sdoganato la figura del ghostwriter, e come scrittrice ghost non potevo non notarlo, ha soltanto accresciuto la curiosità. Anche se ora non si può più parlare di scrittore fantasma per Moehringe. In ogni caso il romanzo mi ha preso dalla prima pagina e adesso, a distanza di qualche anno, avrei voglia di rileggerlo e non mi succede con tutti i libri. Credo che difficilmente se ne possa essere delusi, quindi non mi resta che sfidare chi non l’avesse ancora letto a farlo.

E voi che ne pensate?

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