La suspence, espediente narrativo e reazione biologica.

La suspence non è qualcosa che accade d’improvviso, va preparata, per evocare nella mente del lettore una serie di domande, metterlo in una condizione di attesa, condurlo in uno stato d’apprensione. Per non dire paura o angoscia se stessimo parlando di storie horror o thriller.

A volte la suspence serve per dare una serie di informazioni che il protagonista non possiede. A quel punto il lettore cercherà di intuire cosa potrebbe accadere nel futuro della storia, ma senza poter fare nulla per impedirlo. Ed è proprio questa consapevolezza impotente che crea ansia, soprattutto se prima si è riusciti a fargli provare empatia per il personaggio. Pensiamo a una scena in cui sappiamo che c’è un assassino nascosto nella stanza, l’ignaro protagonista sta entrando e il lettore, o spettatore se si tratta di un film, vorrebbe urlargli di stare attento. Non ti è mai successo? E se volessimo dare un ritmo veloce alla narrazione, con continui colpi di scena, ecco cosa aggiungere alla scena precedente: il protagonista sta per avvicinarsi al nascondiglio del killer ma suona il telefono, deve uscire subito di casa e si salva; il malvivente sgattaiola fuori e lo segue, intenzionato ad aspettare il momento più opportuno per colpirlo; lo ha quasi raggiunto in un vicolo quando vede passare un poliziotto e si blocca; il nostro protagonista avverte qualcosa, si gira , forse… ma poi riprende a camminare e il killer torna a inseguirlo. Come non rimanere attaccati alla pagina?

Attesa, ansia, turbamento, paura, ma perché scattano queste risposte emotive?

La suspence è associata a una reazione biologica, controllata da un meccanismo preciso nel cervello che crea una serie di ipotesi su come si potrebbero risolvere le cose. Questo tiene il lettore incollato al libro e lo lascia in attesa delle risposte, risposte che rappresentano una ricompensa. Esiste infatti un “circuito della ricompensa”, regolato dalla dopamina, un neurotrasmettitore con cui le cellule celebrali comunicano. Quando la predizione si rivela sbagliata o c’è un evento inatteso, il lettore ne sarà turbato, ma se la sua ipotesi è giusta il cervello rilascerà la dopamina come ricompensa e avrà finalmente una sensazione di tranquillità.

Tu come reagisci alle scene ricche di suspence?

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