Quanto conta il finale?

Se l’incipit in un romanzo è importante, il finale è fondamentale, perché sarà quello che il lettore ricorderà.  Ma quanti tipi di finali può avere un romanzo?

Innanzitutto, c’è un finale per ogni genere. Un romanzo rosa avrà sempre un lieto fine, in un giallo scopriremo sempre chi è il colpevole. In questi casi meglio non sovvertire le regole o il lettore ne sarà deluso. Però non basta. Perché abbia un senso occorre che il personaggio abbia fatto un percorso fino ad arrivare a un cambiamento, positivo o meno. Se non c’è stata trasformazione non c’è stata storia. E bisogna fare attenzione che il finale non sia prematuro, non concludere con una narrazione troppo frettolosa. 

Occorre che sia la trama sia le sottotrame siano risolte, a meno che stiamo scrivendo una serie, ma anche in questo caso ci dovrebbe essere una risoluzione al conflitto di quel volume. Naturalmente esiste anche il finale aperto, in questo caso l’autore non risponde a tutti gli interrogativi che la trama ha creato, non c’è una certezza assoluta di come si è chiusa la storia ed è il lettore a immaginare un finale possibile.

Un altro finale è quello a sorpresa. Come si comprende bene dal nome, in questo caso un colpo di scena stravolge tutto ciò che il lettore credeva di sapere fino a quel momento. Pensa ad esempio a Fight Club, o al film Sesto senso, non hanno una fine spiazzante? Dovrai prepararlo con cura, ma se ben fatto può sicuramente rendere un romanzo originale. Visto che ho nominato Fight Club, ti dirò che il suo finale può anche essere considerato circolare, perché riporta il lettore al punto iniziale, ripercorrendo gli eventi della storia se pur sotto un’altra ottica.

Hai già pronto il tuo finale memorabile? Quale romanzo ti ha colpito di più nella sua conclusione?

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